La Borgogna

Navigando in Borgogna

Navigare su una houseboat alla scoperta della Borgogna è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Non è solo un viaggio: è un modo diverso di vivere il tempo, lasciandosi trasportare lentamente tra vigneti, paesini incantati e silenzi che sanno di pace.

Io l’ho fatto nel 2012, con la mia famiglia e quella di una mia amica. Eravamo otto in tutto, stipati tra risate, turni in cucina e manovre improbabili tra le chiuse del canale. È stata una vera avventura.

Siamo partiti da Milano in van, direzione Borgogna, la prima tappa di un lungo viaggio di due settimane che ci avrebbe portati anche a Parigi e in Normandia.

Quando siamo arrivati al punto di imbarco — un paesino così piccolo che sembrava uscito da un libro illustrato — ad attenderci c’era una barca ormeggiata lungo il canale e un signore con il tipico aplomb francese che ci ha mostrato come guidarla. Nessuna patente nautica richiesta, solo una buona dose di attenzione, pazienza… e braccia per le dighe!

Per fortuna, il papà della mia amica aveva (e ha tuttora) una barca: la sua esperienza è stata fondamentale. Mentre noi eravamo intenti a capire dove fosse prua e poppa, lui manovrava tranquillo tra le chiuse manuali, ci spiegava come ormeggiare, e ci faceva sentire al sicuro.

La Borgogna è una delle regioni più verdi e autentiche della Francia. I suoi canali storici, come il Canal de Bourgogne e il Canal du Nivernais, furono costruiti nel XVIII e XIX secolo per trasportare merci, ma oggi sono un paradiso per chi cerca viaggi lenti, silenziosi e fuori rotta.

Tutti i percorsi lungo i canali della Borgogna sono suggestivi, ma l’itinerario lungo il Canal du Nivernais da Migennes a Tannay è generalmente considerato il più iconico e completo. Ed è proprio di questo che vi parlerò.

1. Canal du Nivernais – Da Migennes a Tannay

Itinerario: Migennes → Auxerre → Vermenton → Clamecy → Tannay

Durata consigliata: 7 giorni

Difficoltà: Medio-bassa (molte chiuse manuali)

Ideale per: amanti del vino, famiglie, viaggi lenti

Cosa troverai:

  • La splendida città di Auxerre, con cattedrali gotiche e piazze storiche

  • Deviazioni per Chablis, patria del vino bianco

  • Borghi silenziosi come Vermenton e Châtel-Censoir

  • Un paesaggio verde, autentico e poco turistico

Atmosfera: rustica, romantica, profonda campagna francese

Ma prima soffermiamoci sulla struttura delle houseboat.

Vi descrivo una tipologia standard tra le più diffuse in Francia, come la Penichette 1500R, la Horizon 4 o simili.

Niente lussi, ma tutto il necessario per convivere, muoversi e gestire la navigazione in autonomia. Appena arrivati, abbiamo fatto il check-in con il personale della compagnia: ci hanno spiegato come manovrare la barca, usare le chiuse e sistemare l’ormeggio. Non serviva la patente nautica, ma un po’ di esperienza (come quella del papà della mia amica, che ha una barca vera) è stata utile.

La barca era lunga circa 14-15 metri. All’interno c’erano quattro cabine doppie: due a prua e due a poppa, separate da una zona giorno centrale. Gli spazi erano stretti ma ben organizzati. Ogni cabina aveva letti bassi, un piccolo armadio e uno o due oblò. Nessun lusso, ma tutto funzionava. In base al modello, alcune cabine avevano il bagno privato, noi ne avevamo due in totale, uno per lato.

Il cuore della barca era il salotto con cucina integrata: un tavolo per mangiare in 8, la cucina con fornelli, frigo e spazio per le provviste. Lì si faceva tutto: si mangiava, si giocava a carte, si parlava la sera prima di andare a dormire. La zona era compatta ma ci si stava, anche se bisognava essere ordinati. Nessuno spazio era superfluo.

Sopra, il ponte esterno era la parte più vissuta: tavolo da pranzo, sedie e la postazione di guida all’aperto. Quando il tempo lo permetteva, si mangiava fuori e ci si godeva il paesaggio. La sera i genitori si facevano un bicchiere di vino mentre si guardava la prossima tappa sul canale.

Le chiuse erano manuali, ma con addetti locali. Ogni volta ci si dava il cambio: chi guidava, chi teneva le corde, chi preparava l’ormeggio. Era un lavoro di squadra, e questo rendeva il viaggio più interessante.

Ogni giorno si navigava per qualche ora, poi si arrivava nel punto tranquillo dove fermarsi per la notte. Alcune notti abbiamo cenato a bordo, altre in piccoli ristoranti trovati lungo il percorso.

La cosa bella è che danno in dotazione delle biciclette per seguire la barca durante il percorso. Capitava spesso che noi ragazze scendessimo dalla barca per percorrere gli infiniti sentieri verdi che costeggiavano il fiume, per sgranchirci le gambe si ma anche per esplorare quei luoghi così incontaminati e così di altri tempi. Viste le mie abilità da ciclista chiaramente sono pure caduta da una di queste bici ma fa parte dell’avventura.

Clicca qui per mappa interattiva della Borgogna Franche-Comté

Uno dei ricordi più vividi della nostra vacanza in houseboat in Borgogna risale a una sera qualunque, diventata poi memorabile. Mentre il sole cominciava a tingere il cielo di rosa e oro, mio padre decise di prendere la bici per fare un giro lungo il canale. Doveva essere solo una breve pedalata al tramonto, ma tornò un’oretta dopo con un sorriso soddisfatto stampato in faccia e una storia tutta da raccontare.

Era finito in un minuscolo bistrot sperduto tra le campagne, dove aveva fatto amicizia con un gruppetto di anziani del posto. Insieme avevano condiviso qualche bicchiere di vino francese — e da quel momento, il racconto di quella serata è diventato il tormentone della vacanza.

Ogni volta che lo rievocava, il numero di bicchieri sembrava magicamente aumentare, così come il tono epico della narrazione. Lui si gongolava, tutto fiero, mentre noi lo prendevamo affettuosamente in giro.

Mi ricordo anche di quando:

...stavamo attraccando in un piccolo porto — non ricordo nemmeno più in quale paese — quando ci siamo trovati nel bel mezzo di una festa locale. Sulla riva, un gruppo di francesi già ben alticci ballava, cantava e rideva, mentre la musica risuonava nell’aria e le bottiglie giravano senza sosta.

Tutto sembrava solo un’allegra cornice finché, nel bel mezzo della manovra, una ragazza della festa ha deciso di tuffarsi… proprio davanti alla nostra barca in movimento. Per un attimo il tempo si è fermato: l’acqua, le urla, il panico. Avremmo potuto investirla, se non fosse stato per il papà della mia amica che, con incredibile prontezza, ha preso in mano la situazione e ha evitato il peggio.

Nonostante lo scampato pericolo, la scena si è conclusa in maniera surreale: noi che ripartiamo in fretta, tra i francesi che ci gridavano dietro frasi incomprensibili (ma sicuramente non erano complimenti). Lo ammetto: ci siamo spaventati. E alla fine, come si dice… tutto è bene quel che finisce bene.

...in una sera tranquilla, dopo una lunga giornata di navigazione, ci siamo fermati in porto. Il sole era già calato e l’aria profumava di legno, acqua e libertà. Mentre tutti ci rilassavamo a bordo, mio padre si è messo ai fornelli, deciso a prepararci qualcosa di semplice ma speciale.

Poco dopo, è arrivata in tavola una pentola fumante di pasta al pesto. Ci siamo seduti al tavolo all’aperto, con i piatti in mano e le guance arrossate dal sole e dalle risate. Ricordo perfettamente il primo morso: spaghetti cotti alla perfezione, conditi con un pesto profumatissimo — sembrava di essere a casa, ma con il cielo della Borgogna sopra la testa e l’acqua che dondolava piano sotto di noi.

Abbiamo mangiato così, tra battute, racconti, con un senso di leggerezza che raramente si prova nella vita di tutti i giorni. È stato uno di quei momenti semplici, ma perfetti. E sì: quella pasta al pesto era davvero la fine del mondo.

Giorni 1-3

Giorno 1 – Migennes → Bassou (circa 8 km)

Imbarco nel pomeriggio a Migennes. Dopo il briefing tecnico e il primo approccio alla guida, si parte per un tratto breve e tranquillo: l’occasione per familiarizzare con la barca e le prime chiuse. Si ormeggia nei pressi di Bassou, un villaggio discreto immerso nella quiete della campagna

Giorno 2 – Bassou → Auxerre (circa 18 km)

La navigazione entra nel vivo. Dopo alcune chiuse, il canale si allarga e lascia spazio a scorci collinari. L’arrivo ad Auxerre è uno dei momenti salienti del viaggio: un centro elegante, con cattedrali gotiche, piazze vivaci e bistrot autentici.

Tappe consigliate: passeggiata tra le case a graticcio, visita alla cattedrale di Saint-Étienne, cena con vista sul fiume. Notte nel porto turistico di Auxerre.

Si entra nella zona vinicola. La giornata è scandita da vigneti, piccole chiuse e silenzi profondi. Breve sosta possibile a Cravant, borgo medievale con una bella passeggiata tra mura antiche. Arrivo a Vincelles, ottimo punto per visitare le cantine circostanti o pedalare tra i filari. Notte a Vincelles – cena tipica e, se possibile, degustazione in loco.

Giorno 3 – Auxerre → Vincelles (circa 17 km)

Giorni 4-6

Giorno 4 – Vincelles → Vermenton (circa 12 km)

Tratto breve ma ricco di atmosfera. Il paesaggio si fa più rurale, i villaggi sempre più isolati. A Vermenton, ci si può concedere una pausa di vera quiete: due passi tra le vie antiche, una visita all’abbazia e cena tranquilla. È uno dei tratti più autentici del canale.

Notte a Vermenton .

Giorno 5 – Vermenton → Châtel-Censoir (circa 14 km)

Forse la giornata più scenografica del viaggio. Le colline si fanno più morbide, i ponti in pietra punteggiano il cammino. Châtel-Censoir merita una sosta lunga: belvedere panoramico, centro raccolto e piccole trattorie nascoste. È la Borgogna dei libri illustrati. Notte a Châtel-Censoir – serata in paese o a bordo, a seconda dell’umore.

Tappa breve ma densa. Clamecy è una vera sorpresa: medievale, vitale, con ponti, piazzette e botteghe artigiane. Ideale per una pausa più lunga: qui si può pranzare fuori, fare piccoli acquisti e respirare l’anima storica della Borgogna fluviale.

Notte a Clamecy – ultima vera cittadina lungo il percorso.

Giorno 6 – Châtel-Censoir → Clamecy (circa 11 km)

Giorno 7

Giorno 7 – Clamecy → Tannay (circa 20 km)

Ultima giornata di navigazione. Il paesaggio si apre, la luce cambia, e si entra nella zona di Tannay, circondata da vigneti e campi coltivati.

Check-out della barca nel pomeriggio o il giorno seguente.

Fine wines listed, including champagne.

Informazioni pratiche: come arrivare a Migennes per prendere l'houseboat

🚗 IN AUTO

Migennes è facilmente raggiungibile in auto:

Distanze indicative:

  • Parigi → Migennes: 170 km (~1h 45min)

  • Lione → Migennes: 300 km (~3h 30min)

  • Ginevra → Migennes: 330 km (~4h)

  • Milano → Migennes: 665 km (~7h 30min)

  • Zurigo → Migennes: 530 km (~6h 15min)

✈️ IN AEREO + TRENO

Se vieni dall’estero, puoi atterrare a:

🔹 Aeroporti consigliati:

  • Parigi Orly (ORY) o Charles de Gaulle (CDG)

    • Treno RER + metropolitana → Gare de Bercy

    • Treno TER → Laroche–Migennes

  • Lione Saint-Exupéry (LYS)

    • Tram + TGV → Dijon → Laroche–Migennes

  • Ginevra (GVA) o Zurigo (ZRH)

    • Treno via Dijon o Parigi

I migliori ristoranti lungo il tragitto

🍴 Migennes

🍷 Auxerre

  • L’Aspérule
    Cucina francese con influenze giapponesi, piatti delicati e creativi: ideale per una cena elegante in centro città .

🌿 Vermenton

🎉 Clamecy

  • Guinguette de la Tambourinette
    Locale vivace con vista sul fiume, atmosfera "guinguette", ideale per un pranzo estivo e rilassante sul canale (già menzionato prima).

calm body of water near village during golden hour
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