Addio al nubilato in Polonia

ATTENZIONE ATTENZIONE... Io e Marco ci sposiamo a Settembre 2025.

Ovviamente sono una persona che ama attendere, per questo decido di fare l'addio al nubilato praticamente un anno prima.

Da brava despota con manie di controllo, figurarsi se delego l’organizzazione del mio addio al nubilato. Ma stiamo scherzando? (P.S. Odio le sorprese. Amo organizzare).

Quindi, in perfetto stile dittatoriale, in tre secondi netti parte il messaggio alle mie compagne di viaggio: Ragazze, si va qui, in questa data. Il piano è fatto, il mondo è nostro.

Magari via, giusto? E invece no, perché non avevo considerato l’imprevedibile tocco di classe di WizzAir, che dopo tre mesi dalla prenotazione decide, con infinita gentilezza, di cancellarci i voli per l’Egitto.

NO PANICO. Resettiamo il piano: ci facciamo rimborsare i crediti e cambiamo meta. Facile! Siamo solo in sette, basta scegliere un posto che nessuna di noi abbia mai visto.

Ehm... leggerissimo problema: abbiamo già esplorato mezza Terra come moderne Indiana Jones. Ma aspetta… la POLONIA? Quella ci manca! Ed eccola lì, la nostra destinazione, scelta per esclusione ma poi approvata con entusiasmo crescente.

Perché alla fine, diciamocelo: vodka, pierogi e città stupende? Ma chi ci ferma più! 🍾🇵🇱

E cosi è tutto pronto e prenotato, manchiamo solo noi!!!!!

Scongiurando scioperi, venerdì 18 Ottobre siamo pronte e cariche per partire.

Ore 7 del mattino, ritrovo nel pittoresco quartiere Torretta, Milano Famagosta. Due macchine, sette viaggiatrici entusiaste (più o meno sveglie) e una missione: raggiungere Orio al Serio. Facile, no? E invece no. Dopo aver sbagliato strada solo quattro volte – giusto per scaldarci – arriviamo finalmente al parcheggio Vola Parking, accolte da un diluvio universale degno dell’Apocalisse.

Ma niente paura, avevamo gli ombrelli! …Che ovviamente decidiamo di lasciare in macchina, perché in Polonia ci aspetta il sole splendente (o almeno così dice il meteo, e noi ci fidiamo ciecamente come se fosse un oracolo). Tanto che problema c’è? La navetta ci porterà direttamente davanti all’aeroporto, quindi via gli ombrelli e su di corsa.

Spoiler: mai fidarsi del meteo. E nemmeno della logica.

GALEOTTI furono i lavori in corso davanti all’aeroporto, che, con perfidia degna di un film apocalittico, impediscono alle navette di avvicinarsi. Risultato? Ci ritroviamo a 10 minuti di cammino dall’ingresso, sotto un cielo che minaccia vendetta e senza una tettoia a salvarmi.

Ma non temete, io non mi arrendo! Con lo spirito di una paladina del sacrificio (e della disperazione), parto alla carica: zaino in spalla, borsa a tracolla, tanta buona volontà e zero fiato. Dietro di me, il caos: le mie colleghe urlanti, che mi seguono tra insulti, sospiri e lamenti degni di un pellegrinaggio medievale.

Dopo i primi 50 metri scattanti in modalità Bolt, il mio fisico inizia a mandare segnali di resa: il ritmo si trasforma in un’alternanza imbarazzante tra corsetta disperata e camminata veloce modello jogging da pensionato. Nel frattempo, da dietro piovono maledizioni in lingue sconosciute, che scelgo di ignorare per preservare la mia autostima già compromessa.

E poi, eccolo! L’ingresso dell’aeroporto, la mia salvezza! Tra il cercare di asciugarmi i pantaloni, strizzare il cappello e capire come sostituire la maglietta ormai fradicia, realizzo una cosa: è solo l’inizio. 😅✈️

KIT da addio al nubilato indossato? Check.
Colazione ingurgitata in 0,5 secondi? Check. (Siamo ovviamente in ritardo, ma toccatemi tutto tranne la brioche).
Partenza? VIA!

Il volo fila liscio, atterriamo sotto un sole splendente e appena metto piede fuori dall’aereo il pensiero è uno solo: Ma che caldo, porca miseria! Il mio piumino peloso? Una pessima scelta. Sembro un eschimese in vacanza ai tropici.

GIORNO 1 - VARSAVIA (cliccare per cartina)

  • Nowy Świat

  • Centro scientifico

    Copernico

  • Biblioteca dell’Università

    di Varsavia

  • Museo Fryderyk Chopin

  • Museo dell’Esercito

    Polacco

  • Museo Nazionale

  • Palazzo della Cultura

    e della Scienza

  • Città Vecchia

    (Stare Miasto)

  • Castello Reale

  • Parco Łazienki

  • Piazza del Mercato

  • Barbican di Varsavia

  • Monumento all'Insurrezione di Varsavia

Recap della giornata:
📸 Faccio una foto con un raviolo gigante, perché le priorità sono importanti.
🎨 La Vale ci riempie di tatuaggi temporanei dalle forme discutibili e ogni tre secondi esclama "Raga, mi fate una foto?"
🍽️ L’Ale ci porta a provare il meglio della cucina polacca (il nostro stomaco la ringrazia, il nostro fegato un po’ meno).
📷 Mia sorella fa foto con otto dispositivi diversi: telefono, analogica, digitale, probabilmente anche con un Game Boy.
🎭 La Chiara inizia già a ossessionarci con La dama con l’ermellino (non sappiamo ancora cosa ci aspetta, ma temiamo il peggio).
🍲 La Fede cerca disperatamente di trattenere sua sorella dall’ordinare ogni specialità polacca esistente.
🎲 La Virgi estrae il gioco della serata... il che ci spaventa, ma ormai siamo in ballo.

E così, armate di cerchietti fallici (che, per inciso, mi sono stati anche disegnati in faccia contro la mia volontà), di velo e di un'incredibile dose di vergogna, ci dirigiamo verso un locale.

Cosa abbiamo bevuto? Non ne ho la più pallida idea. So solo che era vino rosso, caldo e parecchio alcolico. Dopo due bicchieri ero già in modalità "ragazze vi voglio bene, ma proprio tanto". E questo era solo l’inizio. 🍷🔥😵‍💫

Per darvi un'idea del livello di sobrietà raggiunto:

  • La Chiara sfila per il locale con la grazia di una modella ubriaca, chiedendo il numero a sconosciuti con una convinzione che sfiora il molesto.

  • Mia sorella, nel dubbio, decide di intonare l’inno nazionale a squarciagola, come se fossimo in finale ai Mondiali.

  • Nel frattempo, partono messaggi altamente imbarazzanti a tutta la rubrica telefonica, perché condividere è bello.

  • Già che ci siamo, annunciamo gravidanze inesistenti ai fidanzati, così, per sport.

  • Ciliegina sulla torta? Ci confessiamo segreti che nessuna di noi avrebbe mai voluto sapere. Mai.

GIORNO 2

DA VARSAVIA A CRACOVIA

Anche solo dopo due miseri bicchieri di vino, i postumi si fanno sentire. Segno evidente che non siamo più quelle di una volta. Tristezza e declino fisico.

Dopo una colazione rapida e un giretto nel parco per ammirare il tanto decantato foliage (per me sono solo foglie che cadono, ma ok), arriva l’ora di pranzare. Vado sul sicuro con una tranquilla Caesar Salad… o almeno così pensavo.

Spoiler: non era per niente innocua. Anzi, era talmente carica d’aglio da poter respingere un esercito di vampiri e, per digerirla, mi sarebbe servito un esorcismo.

A stomaco (mal)trattato, prendiamo il treno per Cracovia. Due ore oneste di viaggio e un concerto di rutti silenziosi collettivi, arriviamo sane e salve. L’appartamento? Stupendo, enorme… ma con un solo bagno.

Ora, piccola curiosità scientifica: le donne fanno la pipì circa 18 volte al giorno. Quindi il nostro bagno è diventato una sorta di catena di montaggio: appena usciva l’ultima, entrava la prima, in un loop infinito. Credo di aver visto tutti i bagni della Polonia.

Mentre la Vale mi applica brillantini in faccia con la delicatezza di un muratore, inizio a sentire un leggero sballottamento e una sonnolenza preoccupante.

Per farla breve: la maledetta Caesar Salad mi ha annientato. La pizza che avrei dovuto mangiare quella sera? La sogno ancora. Rip, stomaco mio. 🍕🥗💀

GIORNO 3 - GITA A CRACOVIA (cliccare per cartina)

  • Piazza del Mercato (Rynek Główny)

  • Castello di Wawel

  • Cattedrale di Wawel

  • Barbacane di Cracovia

  • Porta di San Floriano

  • Quartiere Ebraico (Kazimierz)

  • Basilica di Santa Maria

  • Miniere di Sale di Wieliczka

  • Colle di Wawel

  • Strada Reale

  • Dama con l’Ermellino (Museo Czartoryski)

  • Museo sotterraneo della Piazza del Mercato

  • Ghetto di Podgórze e Piazza degli Eroi del Ghet

Città meravigliosa, sole splendente, temperatura perfetta. Sembra tutto perfetto, giusto? Ovviamente no, perché riusciamo a beccare il giorno della maratona di Cracovia.

Quindi tra uno zigzag e l’altro, scansando runner sudati e cercando di non finire nei selfie degli atleti, riusciamo comunque a esplorare la città come si deve.

Tappa imperdibile: La Dama con l’Ermellino. Ora, io ero pronta a fare un rapido “bella sì, andiamo”, ma devo dire che, raccontata dall’Ale, questa signorina con l’animaletto acquista tutto un altro fascino. Quasi quasi divento fan.

Poi via, direzione miniere di sale. Ora, vorrei dire che ci sono piaciute dall’inizio alla fine, ma diciamo che verso la fine il nostro unico desiderio era rivedere la luce del sole.

Perché tra 800 corridoi, 5 ascensori e 3 pullman, sembrava di stare in una missione di fuga piuttosto che in un tour turistico. Però lo ammetto: ne è valsa la pena.

Giretto di vodka per tutte e per chiudere in bellezza? Karaoke. Tra ubriachi che credono di essere rockstar e tenori mancati, ci facciamo strada con Sarà perché ti amo, perché l’originalità è sopravvalutata e l’italianità va sempre urlata a squarciagola. Serata magica e esilarante.

Torniamo a casa felici, ma con un’ombra all’orizzonte: il FlixBus che ci attende il giorno dopo per riportarci a Varsavia.

Polonia, non ti dimenticheremo mai. Ma nemmeno i nostri fegati. 🇵🇱❤️🚍