Slalom tra gli orsi
Un bel giorno, finisco di lavorare, mi fiondo in metropolitana, mi siedo, e parte il momento riflessivo da “cosa potrei combinare a fine luglio?”. Cerco qualcosa di unico, di folle… qualcosa da raccontare, insomma. E all’improvviso, zac!, si accende la lampadina: mi torna in mente quel video assurdo su YouTube (link) di un motociclista che sfreccia sulla Transfăgărășan, in Romania, tra i Carpazi. E lì, con la massima naturalezza — come se stessi scegliendo cosa cucinare di sera — penso: “E se tornassi in Romania (prima volta nel 2023 in Transilvania) per 24 ore a cercare orsi bruni?”. Normale, no? A volte mi chiedo anch’io da dove escano certe idee… la mia testa corre, e io faccio fatica a starle dietro. Anche adesso che scrivo, sorrido tra me e me. Un po’ perché sono fiera di queste idee pazze, ma soprattutto perché sono fiera di realizzarle da sola. Non è una questione di eroismo, è che stare da sola non mi pesa — se impari a stare bene con te stessa, puoi trasformare quel tempo in qualcosa che ti fa crescere, che ti scava e ti riempie insieme. E io ho sempre questo desiderio di dimostrarmi che posso fare di più. Di organizzare, creare, andare. E stavolta, modestamente, l’ho fatto alla grande. Due ore dopo quella folgorazione metropolitana, avevo già prenotato il volo.



Incipit
Carica, curiosa, convinta. O quasi. Lo confesso: nelle settimane successive non ci ho pensato nemmeno troppo, presa com’ero dalla mia settimana a Parigi (su cui qui trovate il racconto). Anzi, poco prima di partire per Bucarest mi sono chiesta: “Ma chi me l’ha fatto fare?”. Ero stanca, Parigi mi aveva riempita (e sfinita), il rientro un’odissea (vi racconterò…), e la settimana lavorativa mi aveva messa al tappeto. Il divano di casa mi chiamava a gran voce, lo sentivo. Ma ormai l’impegno c’era, e sapevo perfettamente che se avessi mollato, me ne sarei pentita. Quindi venerdì, dopo il lavoro, torno a casa, preparo lo zaino e via, direzione Orio al Serio. Niente auto: il ritorno era su Malpensa, quindi mi affido al pullman. Arrivo, solita scena di caos totale (Orio, sempre una certezza), mangio un trancio di pizza discutibile e mi godo l’ora di ritardo del volo tra musica e serie TV. Alla fine si parte alle 22:30 e atterriamo a mezzanotte e mezza — anzi, l’1:30 ora locale. Grazie al transfer dell’hotel (Novohotel Bucarest link) arrivo in camera in un lampo e crollo a letto, pronta per lo spettacolo che mi aspetta all’alba... ma non prima di divorarmi 4 biscotti: tutto quel ritardo del volo mi aveva messo una gran fame!
L'avventura
Orsi, curve e wow: la Transfăgărășan in un giorno da Bucarest
Se ti dicessi che in un solo giorno da Bucarest puoi: • guidare su una delle strade più spettacolari d’Europa, • fare una sosta in alta montagna tra laghi e cascate, • e – non scherzo – avvistare orsi bruni selvatici da vicino… …mi crederesti? Beh, io l’ho fatto. Continuare a leggere per credere…
Sveglia presto (ma ne vale la pena) alle 6.30. Ore 7:30, pick-up a Bucarest. È presto, sì. Ma appena salgo sul van, l’aria è già quella da gita scolastica: tutti un po’ assonnati, ma carichi a molla. La guida è simpatica, piena di aneddoti e… per fortuna, naviga le curve come un campione di rally. Facciamo un paio di ore di strada e una sosta in autogrill in un paese sperduto(link) tra le colline. Incredibile come una semplice pausa caffè, in un paese straniero, possa trasformarsi in una sosta davvero interessante. Nella mezz’ora a disposizione mi giro il paese scovando un mercato locale, una chiesa troppo graziosa a lato strada, un supermercato con cibo local interessante (ma alcune cose anche no) e persone davvero molto gentili e disponibili sempre disposte a farti un sorriso incontrando il tuo sguardo (un po’ smarrito e smanioso). Non voglio generalizzare ma ho un’esperienza assolutamente positiva con il popolo rumeno, trovo che sia davvero molto cordiale e sempre pronto a fare conversazione, magari provando a parlare anche qualche parola di italiano (data la somiglianza tra le due lingue romanze)


Orso x 11
Lascio qua il link al percorso.
Dopo qualche ora di viaggio, arriviamo alla diga di Vidraru, un colosso di cemento che si affaccia su un lago color smeraldo incastonato tra le montagne. Qui facciamo la prima sosta fotografica, e l’aria di montagna comincia a ricaricare i polmoni. Costruita nel 1966 sul fiume Argeș, la diga di Vidraru è un capolavoro dell’ingegneria: alta 166 metri, lunga 305, si presenta come un gigante di cemento che trattiene le acque del Lago Vidraru, un lago artificiale così perfetto da sembrare naturale. Camminando sul bordo della diga, lo sguardo si perde tra le cime boscose e le acque profonde e silenziose del bacino. L'effetto è ipnotico.
E se ti capita di affacciarti oltre la balaustra, il salto nel vuoto è da brivido. Non per i deboli di cuore, ma per chi cerca un’emozione pura, verticale, quasi meditativa.
La diga non è solo un’opera tecnica, ma anche il cuore pulsante di storie e misteri. Si dice che, durante la costruzione, molti operai abbiano perso la vita — e alcune leggende locali raccontano che le loro anime ancora veglino su quelle acque. A rendere il tutto più suggestivo c’è la statua di Prometeo, con le braccia levate verso il cielo e un fulmine tra le mani, simbolo dell’energia domata dall’uomo.
Poi si continua verso Cascata Capra, un salto d’acqua spettacolare che si getta da circa 40 metri di altezza, lungo una parete rocciosa vestita di muschio e licheni. La si sente prima ancora di vederla: un rombo d’acqua che riecheggia tra le valli e ti attira come un richiamo primordiale.
Ma la vera meraviglia è la strada che ci separa dalla diga alla cascata, la Transfăgărășan, una strada che serpeggia tra i picchi della Romania come un nastro d’asfalto impazzito. Non è un’esagerazione: Top Gear l’ha definita “la strada più bella del mondo”, e capisco perfettamente perché. Pensavo che ci saremmo dovuti impegnare per scovare gli orsi… invece eccoli lì! In totale 11 tra andata e ritorno sul bordo della strada. È stato incredibile vederli così da vicino. In Alaska li avevo già incontrati due volte: la prima da lontano, un’ombra scura tra gli alberi, quasi irreale; la seconda in un centro dedicato ai cuccioli di orso rimasti orfani, un luogo protetto dove potevano crescere in sicurezza prima di essere reintrodotti nella natura. Ma questa volta è stato diverso. Qui erano liberi, davvero nel loro habitat, immersi nella foresta, padroni assoluti del loro spazio. Li abbiamo osservati in silenzio, con rispetto, mantenendo le distanze necessarie non solo per la nostra sicurezza, ma soprattutto per la loro. Perché troppo spesso è la presenza dell’uomo a mettere in pericolo questi animali, alterando i loro comportamenti o portando danni irreversibili. Vederli così, senza barriere, nella loro essenza più autentica, è stato un privilegio che porterò nel cuore a lungo.
Continuiamo a salire, curva dopo curva, finché raggiungiamo il Lago Bâlea, a oltre 2.000 metri di altitudine. Qui il paesaggio cambia completamente: l’aria si fa più sottile e pungente, la temperatura scende a soli 10 gradi e la nebbia comincia ad avvolgere tutto, creando un’atmosfera sospesa tra realtà e fiaba. È il cuore selvaggio della Transilvania, e si sente.
Ci fermiamo per la pausa pranzo, con un po’ di tempo libero per esplorare la zona. Dopo aver atteso quasi venti minuti in fila per il bagno (una sfida da affrontare a quelle altitudini…), finalmente mi concedo un pranzo al caldo in uno dei rifugi del lago. Ordino una ciorbă, una zuppa tipica rumena a base di carne e verdure: densa, fumante e perfetta per combattere il freddo.
Dopo mangiato, faccio due passi attorno al lago glaciale, incorniciato da vette brulle e ancora qualche chiazza di neve. Il cielo è grigio e i contorni sfumati dalla nebbia, ma proprio questo rende il tutto ancora più suggestivo. Camminare lì, con il silenzio rotto solo dal vento, è come essere dentro una cartolina invernale fuori stagione.
Alle 15:30 risaliamo sul pullman. Si riparte lungo la Transfăgărășan, questa volta in discesa, con il riscaldamento acceso al massimo e gli occhi incollati ai finestrini: il paesaggio è talmente bello che merita di essere rivisto anche al contrario.


Lago Bâlea


la Transfăgărășan


Cascata Capra


diga di Vidraru
Un consiglio importante Molti orsi lungo questa strada sono abituati alla presenza umana perché – purtroppo – alcuni turisti danno loro da mangiare. È un gesto sbagliato e pericoloso, sia per le persone che per gli animali. Perciò, niente cibo, niente selfie fuori dal veicolo e tanto rispetto per la natura selvaggia
Il rientro
Dopo una giornata così intensa, si rientra a Bucarest verso le 19:00. Stanchi, sì, ma con gli occhi ancora pieni di panorami e un’esperienza difficile da dimenticare. ⸻ Lo rifarei? Sì, tipo domani. Se sei a Bucarest e hai un giorno libero, prenota questo tour e vai. È perfetto se ami la natura, le strade panoramiche, le storie da raccontare e… beh, gli orsi. Ma parti anche se non sei a Bucarest e vuoi semplicemente fare un'esperienza diversa, vivere un'avventura e conoscere persone nuove un po' matte come te.
Info utili per chi vuole provarlo
• Durata: 12 ore
• Partenza/ritorno: Bucarest
• Periodo consigliato: giugno – ottobre (quando la strada è completamente aperta)
• Prezzo: da circa 50 euro a persona (la Romania è particolarmente economica)
• Prenotabile su: GetYourGuide → cerca “Transfăgărășan & Orsi Selvatici da Bucarest”. Lascio qua il link.
• Cosa portare: scarpe comode, giacca a vento, macchina fotografica e tanta meraviglia
Come si conclude l'avventura? Vado a mangiarmi una bella patata lessa con sopra carne e pomodoro in un posto buonissimo lungo il fiume Dâmbovița che Marco aveva scovato nel 2023 (qua il link) e mi fiondo in centro, a camminare per le vie piene di vita, negozi, gente sorridente e energia. ENERGIA questa è la parola con cui descriverei Bucarest, niente da fare mi fa impazzire... Per concludere in bellezza, doccia bollente e una lunga dormita.
La mattina successiva mi aspetta un volo alle 11 che puntuale mi riporta in patria felice, tanto felice.
Un consiglio, se vuoi fare qualcosa e hai le capacità per realizzarla, falla e basta. Non tentennare, non aggrapparti a scuse, pur di farla vai e parti anche da solo. Non bisogna mai frenarsi o farsi frenare. Zaino in spalla, testa sulle spalle e VIA ALL'AVVENTURA!!!


Contattami per costruire il tuo viaggio ideale.
Itinerari
gretafrezz98@gmail.com
© 2025. All rights reserved.